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"Siamo ciò che mangiamo"

Jessica Warnakulasurya - La Redazione


L'aforisma suggerisce che la nostra salute è direttamente influenzata da ciò che ingeriamo. E non solo. Mangiare è un atto quotidiano, semplice, ma anche significativo che può portare un impatto sulle nostre vite secondo vari punti di vista. In un'epoca in cui sappiamo quanto la produzione di carne contribuisca alla sofferenza animale, all’inquinamento e allo spreco di risorse, smettere di consumarla non è un sacrificio, ma un atto di responsabilità e amore.

Se partiamo dall’inizio ovvero dalla produzione di carne, già lì troviamo abbastanza motivi per non consumarla. Gli allevamenti intensivi, sistemi di allevamento che utilizzano tecniche per produrre carne, sono un grave rischio sia per l’ambiente che per l’umanità. Innanzitutto, contribuiscono all’inquinamento atmosferico: infatti emettono una gran quantità di gas serra come metano, anidride carbonica e protossido di azoto in particolare causata della grande quantità di animali allevati come mucche e maiali e dai fertilizzanti usati per coltivare. Inoltre, questi allevamenti portano a un innalzamento della temperatura che a sua volta può provocare ondate di calore, siccità e alluvioni. Con conseguente alterazione dei cicli delle piogge, scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello dei mari.

Poi grandi aree di foresta (come l’Amazzonia) vengono abbattute per fare spazio ai pascoli o per coltivare mangimi per animali e questo porta anche a diminuire il legame tra animali e natura. In più mangiare carne riguarda l’etica animale perché spesso gli animali vivono in condizioni di sovraffollamento, privazioni e stress.

Bisogna sempre ricordare che anche gli animali hanno diritto alla vita e alla libertà. Quindi ridurre il consumo di carne può significare anche ridurre la sofferenza animale. Non solo, mangiare carne implica un grande spreco di cibo perché per nutrire gli animali serve una gran quantità di cereali che invece potrebbe direttamente sfamare quelle persone che muoiono di fame, molto ricorrente nei paesi in povertà. E tutto ciò implica anche il consumo di denaro e tempo che potrebbero invece essere dedicati a qualcos’altro. Tutto questo avviene durante la produzione della carne.

Un consumo eccessivo di carne rossa o lavorata è associato ad un aumento di problemi salutistici: rischio del colon-retto, malattie cardiovascolari, diabete, colesterolo e molto altro. Una dieta a base vegetale ben pianificata può offrire tutti i nutrienti necessari e ridurre i rischi per la salute. Si è provato sperimentalmente che con i vegetali e legumi si possono acquisire più nutrienti che dalla carne. Le proteine vegetali non possiedono colesterolo, contengono meno grassi saturi, contengono più fibre e vitamine rispetto a quelle animali. Inoltre, la carne può contenere batteri o virus che potrebbero causare danni al corpo. Un paziente con una dieta vegetariana ha una probabilità molto più alta di guarire.

Evitare di mangiare carne non significa rinunciare al gusto o alla varietà, ma scegliere un modo più gentile di nutrirsi, che fa bene al corpo, rispetta gli animali e aiuta il pianeta. È un piccolo gesto quotidiano che, nel tempo, può fare una grande differenza.

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