Malati di libertà: un libro per ricordare gli 80 anni della Liberazione
- redazionescuola
- 7 giorni fa
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Jessica Warnalakusuriya - La Redazione
Venerdì 9 maggio, dalle 12 alle 14, nell’Aula Magna si è tenuta una presentazione speciale per ricordare gli 80 anni della Liberazione italiana.In questa occasione è stato presentato il libro Malati di libertà, scritto da Daniele Pascucci, Riccardo Degregorio, Alessandro Schiavoni e Carlo Calentano. Il libro racconta le storie di alcuni prigionieri antifascisti che riuscirono a fuggire dall’ospedale Niguarda durante il periodo della Resistenza.
Gli autori hanno mostrato anche un docufilm, della durata di circa un’ora, che porta lo stesso titolo del libro. Il documentario ripercorre alcune delle vicende narrate nel testo. Per realizzare le riprese ci sono volute circa 36 ore di lavoro, poi condensate in un’ora di montaggio: un grande impegno che ha dato vita a un prodotto ricco di immagini attuali e d’epoca, oltre a numerose interviste.
L’ospedale Niguarda, nella Milano devastata dalla guerra, divenne un luogo simbolico di ribellione e solidarietà. Al suo interno, infatti, si attivò un gruppo clandestino che contribuì alla fuga di numerosi prigionieri, tra cui politici, militari, partigiani ed ebrei. Tutto il personale dell’ospedale – medici, infermiere e suore – lottava quotidianamente contro la morte e la prigionia, offrendo aiuto e protezione.
Le evasioni avvenivano attraverso travestimenti, diagnosi false e nascondigli improvvisati. Alcuni si travestivano pure da donna oppure per sfuggire alla cattura, si trovavano costretti a indossare abiti rubati ai morti. Alcune volte il personale rischiava anche di essere scoperto ad esempio nascondendo corde dentro mucchi di vestiti. Se fossero stati scoperti ci sarebbe stata la fine di quest’azione liberativa. Alcune volte queste fughe fallivano e alcuni membri dell’ospedale venivano pure interpellati. Nonostante ciò, la resistenza continuò ad agire liberando circa 40 persone.
Il libro e il documentario sono vere e proprie raccolte di testimonianze dirette e documenti storici, fondamentali sia per il presente che per il futuro.Oggi, mentre le testimonianze dirette dei sopravvissuti ai campi di concentramento si fanno sempre più rare, raccogliere e conservare le voci della Resistenza diventa ancora più importante. Queste testimonianze sono fonti storiche vive: rendono i fatti più concreti, offrono dettagli unici e aumentano la credibilità di ciò che viene raccontato.
Ascoltare una storia da chi l’ha vissuta è qualcosa di diverso: non solo si conoscono i fatti, ma si riescono anche a percepire le emozioni.Per questo, ricordare e conservare queste testimonianze è essenziale, per non dimenticare ciò che è stato e per evitare che certi errori si ripetano.