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Un'Infanzia al telefono

Aggiornamento: 19 giu

Giulia Bigatti e Alessia Marzi - La Redazione


“Quando avevo la tua età…” Quante volte ci siamo sentiti dire una frase del genere dai nostri genitori o dagli adulti, ma vi siete mai chiesti se in esse ci fosse un fondo di verità? 

Molti studi portati avanti a partire dagli anni 2000 evidenziano come ci sia stato un effettivo cambiamento per la gioventù attuale rispetto a quella di qualche decennio fa, ciò che più preoccupa, però, è che questo cambiamento non è stato sicuramente in meglio. In cosa consiste? 

-In primo luogo in un declino della salute mentale: Degli studi effettuati negli stati uniti dimostrano che tra il 2010 e il 2019 il tasso di depressione e ansia tra i giovani è aumentato del 50%; Allo stesso modo dimostrano come il tasso di suicidio fra i ragazzi, tra i 10 e i 19 anni è aumentato del 48% mentre fra le ragazze, tra i 10 e i 14 del 131%. Inoltre, anche in molti altri stati, disturbi come ansia, depressione e autolesionismo sono aumentati notevolmente rispetto a qualsiasi altra generazione precedente; 

-in una crescita del disagio sociale che si dimostra con un aumento della solitudine, della mancanza di amicizie e in un peggioramento dei risultati scolastici; 

-in una maggiore sedentarietà; 

-infine in una diminuzione della concentrazione. 

Ma cosa ha causato questa alterazione dello sviluppo di bambini e adolescenti e peggiorato la loro salute mentale? Le teorie sono innumerevoli e complesse ma ciò che possiamo maggiormente notare è che questo fenomeno coincide con la diffusione degli smartphones, a causa dei quali i giovani hanno cominciato a trasferire la propria vita sociale online e a trascorrere la maggior parte del proprio tempo al cellulare. 

Certamente questo declino non è direttamente correlato all’utilizzo degli smartphones ma innumerevoli studi psicologici e sociologici evidenziano come una vita basata su di essi alteri o disturbi molti processi di sviluppo, soprattutto nei soggetti più giovani. Altri fattori che causano molto probabilmente questo declino sono l’esposizione alla violenza, il razzismo, la discriminazione, il sessismo, le difficoltà economiche e l’isolamento sociale, la diffusione delle sostanze oppioidi. 

Ma la questione su cui vorremmo maggiormente soffermarci è: com’è cambiata la vita infantile? E da quando questo fenomeno è in atto?  

Già negli anni ottanta si è verificato un cambiamento quando i genitori hanno cominciato, anche se con le migliori intenzioni, a privare i bambini della completa libertà e della possibilità di correre rischi.  

Sarà poi negli anni ’10 però che si verificherà un effettivo e radicale cambiamento. Molti studi evidenziano infatti come in questi anni ci sia stata una diminuzione dell’esercizio fisico, del tempo che bambini e adolescenti trascorrono dormendo, un declino della lettura di libri, una riduzione dell’immaginazione e soprattutto una riduzione del tempo passato ad interagire faccia a faccia con gli altri. 

Per quanto riguarda quest’ultimo dato uno studio condotto negli Stati Uniti ci fa notare come prima del 2010 i giovani dai 15 ai 24 anni passassero in media 2 ore al giorno con gli amici mentre attualmente questo tempo sia diminuito a soli a 67 minuti.  

Certamente possiamo dire che queste interazioni non sono state completamente eliminate, bensì sostituite da quelle online (come messaggi, videogiochi, social-media…), eppure quest’ ultime non sono paragonabili alle prime perché non coinvolgono il linguaggio del corpo e tutto ciò che deriva dalle interazioni sincrone (ovvero quelle che avvengono in contemporanea alla conversazione e ci fanno sentire vicini all’altra persona). 

Come abbiamo già detto la causa più evidente di tutto ciò è l’utilizzo, spesso eccessivo, del cellulare specialmente ad una giovane età. Quello della dipendenza da cellulare e da social media è infatti un rischio da non sottovalutare, che colpisce quasi il 15% dei giovani in tutto il mondo. 

Anche con una grande forza di volontà è difficile non cadere nella dipendenza in quanto social media e giochi in rete sono progettati appositamente per attirare gli utenti il più possibile. Le applicazioni sfruttano le debolezze psicologiche e le insicurezze dei giovani per spingerli ad utilizzare un prodotto che, riflettendoci, molti vorrebbero poter usare di meno o per niente. 

Inoltre, ciò che più fa riflettere è il fatto che i social siano dannosi anche per chi non li utilizza perché questi ultimi rischiano di sentirsi isolati o non coinvolti o di sentire una forte pressione ad imitare i coetanei che invece li utilizzano. 

Per concludere, il motivo principale per cui un’infanzia incentrata sul telefono è così dannosa è perché quest’ultimo esclude tutto il resto. I cellulari impediscono di compiere esperienze reali e di socializzare in modo sano. La soluzione non dev’essere per forza rimuovere completamente i telefoni ma diffondere una maggiore sensibilizzazione in merito a questo tema, ad esempio permettendo ai figli di utilizzare i telefoni solo dopo una certa età e imponendo loro dei limiti di tempo. 


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