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Tabù, la vera storia dei sopravvissuti sulle Ande

Aggiornamento: 5 dic 2023

Annachiara Spina 5B LS



Tabù, la vera storia dei sopravvissuti sulle Ande, scritto da Pier Paul Read nel 1974, narra una delle tragedie più allucinanti dei nostri tempi, quella dei superstiti di un incidente aereo avvenuto nell’ottobre del 1972, i quali per sopravvivere si cibarono dei loro stessi compagni. Si tratta di una testimonianza diretta delle persone coinvolte che, per rendere nota la verità, si affidarono a uno scrittore britannico affinché descrivesse gli avvenimenti della tragica vicenda andina.

Nell’Ottobre del 1972 i ragazzi della squadra di rugby dell’Uruguay noleggiarono un aereo e si diressero verso il Cile, accompagnati da amici e parenti, per giocare alcune partite. Il Fairchild, l’aereo, passando sopra la catena andina, attraversò una nuvolaglia che fece perdere ai piloti il controllo del velivolo, schiantandosi contro una parete della montagna. Dei quaranta passeggeri alcuni morirono nell’impatto, altri si aggrapparono alla vita e intrapresero una lotta per la sopravvivenza, dovendo affrontare temperature glaciali. La permanenza nel cuore delle Ande si dimostrò più lunga di quanto i ragazzi pensassero e, nonostante le speranze fossero state deluse più di una volta, dimostrarono un’eccezionale tenacia. Formarono una società ordinata attuando una suddivisione dei compiti in base alle condizioni fisiche di ciascuno dei superstiti. Alcuni ragazzi presero il comando della comunità e presto si resero conto che per sopravvivere era necessario ricorrere al cannibalismo. Il tema dell’antropofagia, agghiacciante in quanto tale, nel contesto diventa accettabile in quanto rappresenta il male minore. Si tratta di una lettura difficile, impegnativa, che suscita riflessioni importanti sulla morale umana. Davanti al reale pericolo di perdere la vita cadono tutte le convenzioni morali in virtù dell’istinto di sopravvivenza. Persino uno degli atti che più ci allontana dall’essere umani diventa una soluzione possibile.

Un aspetto che mi ha fatto riflettere molto è la fede di questi ragazzi, che si sono aggrappati a Dio e alla speranza che quest’ultimo li salvasse. È proprio la fede che ha spinto loro a non arrendersi ma a continuare a lottare. Trovo interessante anche come viene giudicato l’atto antropofago dai protagonisti stessi, che in qualche modo cercano di giustificarsi. Pier Paul Read narra la vicenda in maniera veritiera in ogni minimo particolare, grazie a una rigorosa ricostruzione dei fatti, sulla base dei documenti e delle testimonianze. I lunghi mesi di sofferenza, di fame, di speranze e di disperazione ricordano Il Diavolo Sulla Serra di Angelo Solmi, anche questo una fedele e veritiera ricostruzione di una terribile vicenda avvenuta sulla Sierra Nevada nel 1846, durante la quale prese piede l’ombra del cannibalismo.

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