Gaia Stefanoni - La Redazione
Questo libro è storia, libertà, emancipazione e sport. Narrato in prima persona dall’autore Giuseppe Catozzella in Non dirmi che hai paura, racconta della vita di Samia Ysuf Omar, la storia vera di una ragazza che non ha mai smesso di sognare. Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Mentre intorno a lei le armi parlano sempre più forte e la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale:
«Sai, aabe, certe cose si sanno. Io lo so da quando ancora non parlavo bene che un giorno sarò una campionessa. È da quando ho due anni che lo so.»
Arrivano le prime vittorie, le prime gare importanti...arriva Pechino e le sue Olimpiadi! Ultima...ma anche prima. È la prima ragazza somala, non è adeguatamente allenata, è pure mal nutrita, ma nel cuore ha il sogno della libertà:
«Ecco, la guerra, per esempio, mi ha portato via il mare. Però, in compenso, mi ha fatto venire voglia di correre. Perché grande come il mare è la mia voglia di andare. La corsa è il mio mare.»
Le immagini della sua corsa alle Olimpiadi con i veli in testa, le spalle coperte, le gambe sottili e quegli occhi enormi carichi di voglia di riscatto per il suo popolo, fanno il giro del mondo. Samia diventa un’icona dell’emancipazione femminile nei paesi mussulmani.
Ma alla libertà non è ancora arrivata. Gli integralisti prendono ancora più potere e Samia deve correre chiusa dentro un burqa. Che senso ha rimanere lì?. L'unica vera libertà è attraverso il “Viaggio”, l’odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan, attraverso il Sahara, alla Libia per arrivare in Italia. Il viaggio le toglie tutto. Samia è morta all'inizio di aprile del 2012, annegata in uno dei tanti naufragi diretto a Lampedusa. La notizia della morte è poi stata confermata dalle agenzie di stampa internazionali.
«Ed ora Samia, che si fa?...tu corri, corri, corri sempre... "E sorridi! Quando arrivi al traguardo sorridi Samia!"»
Questo libro ci disarma con la sua semplicità attraverso il quale riesce ad aprirci gli occhi su temi a noi, apparentemente, lontani. Senza arroganza permette al lettore di entrare nel racconto lasciando un segno invisibile, ma eterno dentro ognuno di noi.