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Rosario Livatino, Martire per la Giustizia

Aggiornamento: 5 dic 2023



Gloria Alexandra Zappalà 5ALL


Lunedì 20 marzo e martedì 21 marzo vi saranno alcune celebrazioni per la Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo di vittime innocenti delle mafie.


Ho così deciso di parlarvi di Rosario Livatino, o meglio, Beato Livatino.

Di chi si tratta?

Rosario Angelo Livatino nacque il 3 ottobre 1952 a Canicattì (AG).

Si diplomò al liceo classico locale Ugo Foscolo, dove s'impegnò nell'Azione Cattolica; è sempre stato fortemente credente fin da ragazzo.

Nel 1971 si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, dove nel 1975 si laureò con lode.

Tra il 1977 e il 1978 prestò servizio come vicedirettore in prova presso l'Ufficio del Registro di Agrigento e nello stesso anno venne assegnato presso il tribunale ordinario di Caltanissetta, dopo essersi classificato tra i primi in graduatoria nel concorso per entrare nella magistratura.

Questa notizia, arrivata tramite fonogramma, provocò immensa gioia in lui, in quanto era riuscito ad esaudire il suo sogno: diventare magistrato. Contemporaneamente però era addolorato nel dover lasciare i suoi colleghi del Registro, così che il giorno prima di andarsene salutò tutti lasciando a ciascuno di loro un regalo.

Nel 1979 diventò Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Agrigento e ricoprì la carica fino al 1989, quando assunse il ruolo di Giudice a latere.


Si occupò fin dagli anni Ottanta di indagare non soltanto su fatti di criminalità ma anche di tangenti e corruzione, utilizzando tra i primi lo strumento della confisca dei beni ai mafiosi.

Nello stesso tempo rispettava gli imputati e le loro garanzie difensive. In tribunale ha sempre dimostrato una grande capacità di indagine, informazione e approfondimento del diritto, ma è ricordato come un uomo schivo, a cui non piaceva apparire o fare dichiarazioni pubbliche. Ha svolto la sua attività senza clamore, in un luogo periferico ma con elevato rigore e professionalità.

In Italia si è saputo di lui solo il giorno in cui è stato ucciso, prima era sconosciuto.


Livatino venne assassinato il 21 settembre 1990 dalla Stidda (organizzazione mafiosa in conflitto con Cosa Nostra), su una strada provinciale della zona di Agrigento, la SS 640, mentre era alla guida della sua vecchia Ford Fiesta color amaranto.

I suoi sicari erano a bordo di un altro veicolo, con il quale si erano affiancati alla vettura del giudice per sparargli un primo colpo. Rosario, ferito alla spalla, si mise a correre verso la campagna siciliana dopo aver fermato la guida, ma venne raggiunto e gli spararono in bocca uccidendolo.

Alla notizia, giunse immediatamente sul luogo di morte il conoscente e collega Giovanni Falcone.

Livatino anche dopo le minacce di morte ricevute aveva sempre rifiutato di essere accompagnato da una scorta. Uno dei suoi killer, Gaetano Puzzàngaro detto “a musca”, che all’epoca dei fatti aveva solo 20 anni, si è pentito e convertito. Prega tutti i giorni, anche per colui che ha ucciso, e per il peccato e reato da lui commessi.


Sta diventando sempre più conosciuta anche la frase trovata nei suoi appunti: Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili. E lui è stato credente e credibile fino all’ultimo dei suoi giorni.


Rosario Livatino viene definito come “giudice santo” o “giudice ragazzino”.

Questi soprannomi richiamano anche i titoli dei film che riportano la sua vita: “Il giudice ragazzino” del 1994 e “Il Giovane Giudice” del 2019.

Il 3 ottobre 1992 la Santa Sede ne ha riconosciuto il martirio ed è quindi il primo giudice dei tempi moderni ad essere stato dichiarato beato, il 9 maggio 2021.

Ad oggi è conosciuto anche come “Martire per la Giustizia”.

Quest’anno inoltre il Palazzo di Giustizia di Milano in Corso di Porta Vittoria ha ospitato, dal 21 febbraio al 14 marzo, una mostra proprio sul giudice Rosario Livatino, chiamata “Sub Tutela Dei” , frase con cui lui concludeva i pensieri di tutti i giorni riportati sul suo diario. La mostra è stata inaugurata dalla presenza dell’Arcivescovo di Milano Sua Eccellenza Mons. Mario Delpini. (Mostra “Sub Tutela Dei”. Il giudice Rosario Livatino – CdO Opere Educative (foe.it))




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