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La salute mentale e i social non sono correlati

Aggiornamento: 19 giu

Sofia Bello - La Redazione


Quante volte noi adolescenti ci siamo sentiti dire che le tecnologie digitali stanno riprogrammando il nostro cervello provocando un’epidemia di disturbi mentali? Oppure ci hanno fatto vedere due linee vicine, entrambe in tendenza: una sull’aumento di uso di social media e tecnologie digitali e l’altra sull’aumento di disturbi mentali tra i giovani, entrambi in aumento.  

La realtà è che nessuno si è mai disturbato a trovare delle prove scientifiche a sostegno di questa tesi e neanche a trovare una correlazione tra i due grafici in tendenza.  

Se nel corso del tempo emergono delle associazioni, non indicano che l’uso di social crea depressione ma che gli individui già affetti da problemi di salute mentale, abusano di queste applicazioni più spesso e le usano in modo diverso dai loro coetanei sani.  

L’insorgenza di disturbi della salute mentale derivano da una serie di fattori genetici e ambientali come l’esposizione alla violenza, il razzismo, la discriminazione, il sessismo, gli abusi sessuali e fattori di difficoltà economica e l’aumento di oppioidi. La visualizzazione di una grande quantità di questi contenuti sui principali canali di comunicazione, semmai ci rende consapevoli di ciò che succede nel mondo e questo scaturisce una serie di  emozioni e di stati d’animo contrastanti. Non per questo siamo chiamati “Anxious generation”.  

La buona notizia è che per la prima volta la generazione Z ha acceso i riflettori sulla salute mentale, di cui fino a dieci anni fa non se ne parlava.  

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