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La Maturità

Aggiornamento: 5 dic 2023


È tempo dell'Esame di Stato: Considerazioni e Consigli da un insegnante

Prof. Alessandro Faruffini


L’avanzare dell’anno scolastico ci sta portando vicino alla sua conclusione e all’arrivo delle vacanze estive... Un momento che se per le cosiddette classi intermedie è solo una passerella verso un nuovo anno, per le classi terminali è il momento tanto atteso o temuto: quello degli “Esami di Stato conclusivi del ciclo di Istruzione Superiore”. Una serie di parole nome assai articolate per indicare un evento che nel parlare comune viene designato ancora con la sua storica denominazione: la Maturità! Un nome sorpassato nella terminologia ministeriale, ma tanto evocativo!


Gli studenti sanno che da quando mettono piede nel triennio i professori cominciano a fare a loro questo riferimento, anche se in terza appare ancora lontano: “Queste cose vi serviranno alla Maturità”, “Il nostro lavoro ha come traguardo finale la Maturità”. L’obiettivo di render la classe ben consapevole, non fosse altro perché al triennio si cominciano ad acculare quei punti di credito scolastico che poi costituiscono la dote immodificabile con cui si partecipa al gran finale.


Quest’anno l’Esame di Stato compie 100 anni. Venne infatti istituito dalla celebre riforma Gentile e nell’anno scolastico 1922-1923 per la prima volta ci fu un esame finale unico per tutte scuole italiane. Questo era del resto lo scopo di questa decisione: istituire un diploma, previo un rigoroso esame controllato dallo Stato, che fosse uguale sia per gli Istituti statali, sia per gli Istituti privati gestiti per lo più, secondo una storica tradizione, dagli ordini religiosi.

Col tempo questo esame ha avuto molte modifiche organizzative, ma si è consolidato come un momento caratterizzante la vita italiana. L’identità di una nazione è fatta di tanti elementi, alcuni legati alla grande storia e alle grandi scelte politiche, militari, economiche, sociali, ma molti altri a realtà più vicine alla quotidianità: la struttura della scuola e le modalità con cui viene costruita la grande porta che conduce all’istruzione universitaria o al lavoro sono appunto una di queste!


La parola porta rimanda ad un passaggio; in tal senso quello che è tecnicamente solo un Esame di Stato, un atto interno alla amministrazione scolastica, è diventato un momento importante dell’esperienza giovanile, un evento di passaggio fra l’età adolescenziale, in qualche modo ancora legata alla dimensione famigliare, e l’età giovanile , dove si acquisisce una crescente autonomia e responsabilità nel proprio posto nella vita.

Come arrivare a questo appuntamento? Certamente occorre un percorso di avvicinamento consapevole e, se possibile, strutturato, un po’ come quello degli atleti che si avvicinano ai grandi eventi, come le olimpiadi, i mondiali, gli europei.

Questo vuol dire preparare con metodo ogni cosa, ma vuol dire anche un’ altra cosa, essere pronti ai buoni risultati, ma anche a quelli meno soddisfacenti: quante volte atleti o squadre favoriti conoscono prestazioni inferiori, per tanti eventi imprevisti ed imprevedibili. Nello sport uno solo vince, qui invece tutti possono vincere!


Ogni partecipante alla Maturità, il cosiddetto “candidato” infatti si misura certamente con le difficoltà delle prove d’ esame, con le richieste della commissione, ma prima di tutto con se stesso. Ognuno ha il suo traguardo, sulla base della sua carriera scolastica, ma l’importante è aver mostrato, a se stessi prima di tutto, la capacità di organizzare le proprie giornate, per qualche mese almeno, in funzione di un obiettivo, di un momento dove si è messi alla prova. E questa capacità non si esaurirà certo con questo esame, al contrario, questo è il punto di partenza nella prospettiva di dover affrontare, nella vita universitaria e lavorativa sempre nuovi momenti di passaggio, dove però ci sarà un minor supporto rispetto a quello che la scuola fornisce agli studenti.


I primi a voler il buon esito dello studente sono i professori, che si impegnano a prepararli nelle varie fasi dell’anno scolastico, ma questo è un esame che ha una importante dimensione collettiva: si affronta tutti insieme all’interno della classe con l’amicizia e la solidarietà che, in genere, si crea negli anni della scuola. In altre occasioni le prove si affronteranno da soli, o con pochissimi amici, talvolta anche in un contesto fortemente competitivo.


Come arrivare bene all’Esame finale ?

Prima di tutto organizzando lo studio con metodo, senza fare studiate dell’ultimo momento ad ore impossibili, curando il quadro generale, ma anche qualche dettaglio che potrebbe rivelarsi interessante di fronte a richieste specifiche o impreviste, poi occorre arrivare in forma, cioè evitare ogni forma di stravizio o di comportamenti a rischio che possono complicare un sereno avvicinamento. Va inoltre considerata una saggia gestione delle proprie scelte personali: in vista della maturità esistono delle priorità e qualche sacrificio, qualche rinuncia nel tempo libero sarà ripagata nel momento dell’esame, ma soprattutto occorre calibrare la giusta dose di preoccupazione evitando ogni eccesso di affanno, di ansia, di stravolgimento della propria esistenza che non porta a nessun esito costruttivo.


Naturalmente questo non vuol dire non godere anche di momenti di rilassatezza, di spensieratezza, di gioia per la dimensione collettiva con cui viene vissuta questa esperienza. L’ultimo giorno di scuola o l’ultima ora di lezione della propria carriera liceale, la festa finale , prima dell’esame e magari anche dopo, è un’ occasione irrinunciabile , sono quei momenti , spesso legati a anche a fotografie e a canzoni, che ciascuno si porterà nel bagaglio dei propri ricordi adolescenziali.


Il giorno dell’esame è importante valutare bene le tracce da scegliere nello scritto, specie nel tema conviene cominciare la propria elaborazione solo quando si è scelto bene quale svolgere: cominciare un tema e poi interromperlo è una perdita di tempo e di energie. E anche nelle altre materie della prova scritta procedere per tentativi fa solo consumare fogli protocollo mentre il tempo scorre.

In ognuna delle due giornate degli scritti va poi gestita bene la dimensione personale, valutare bene quando e cosa mangiare e bere, quando chiedere di uscire, come vestirsi in modo comodo, e poi ricordarsi di avere il proprio materiale di cancelleria efficiente, ma anche di portarsi un proprio orologio per controllare l’ora.


Un atleta non si alimenta disordinatamente prima della gara, non usa una bicicletta o degli sci inefficienti o un paio di scarpe che gli sono scomode!

Nell’orale è bene costruire collegamenti sensati, non catene che si reggono solo per assonanze improbabili, meglio collegare poche materie, ma in modo serio; nelle altre materie saranno i docenti a formulare le loro richieste e non è detto che non siano, proprio loro a trovare , e in modo più elegante, quei collegamenti che il candidato non aveva individuato.

Infine per la presentazione della tesina di PCTO, è da ricordare che è un momento in cui si può presentare se stessi: il lavoro audiovisivo deve essere gradevole, ma non può essere tutto quello che lo studente ha da dire. Devo poterlo integrare con la propria esperienza irripetibile nei vari ambiti in cui ciascuno ha operato, trovando le sfumature, i dettagli personali che sono quelli che risultano più gradevoli alla Commissione e danno unicità alla presentazione. All’esame non servono gli alunni fotocopia, ma quelli che fanno scoprire la loro individualità irripetibile!


È un esame importante, ma non è il giudizio universale sulla propria esistenza! Il suo peso sulla carriera futura non è, in generale, determinante: è un momento di verifica del proprio lavoro scolastico, è il coronamento degli anni liceali, è la porta che, bene o male, apre al mondo degli adulti. Un momento che va vissuto nel migliore dei modi, con una preparazione corretta, una responsabile gestione di sé, quella energia e quella libertà interiore che solo i giovani possono avere. Così sarà un bel ricordo, non un incubo.


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