top of page
redazionescuola

Il Severi-Correnti e la scuola italiana visti dagli alunni francesi. Erasmus a Milano.

Aggiornamento: 5 dic 2023

Fiamma Gelmetti 5CLL


Riporto in prima persona quella che è stata l’intervista che ho avuto l’onore di condurre con due ragazzi francesi ospiti presso il mio liceo. Julie e Edwen sono entrambi quindicenni e bretoni, provengono da Brest in Francia.


Attraverso quale programma siete giunti al liceo linguistico Severi Correnti?


La nostra scuola ci ha offerto l’opportunità di venire in Italia partecipando ad un concorso. Io e la mia compagna abbiamo deciso di partecipare senza troppe aspettative e siamo rimasti molto sorpresi quando abbiamo scoperto di aver vinto. Il premio consisteva in una borsa di studio che copriva il finanziamento del viaggio, l’organizzazione delle giornate scolastiche presso il liceo Severi Correnti ed una sistemazione per l’alloggio.


Quanto dura il vostro soggiorno e da chi alloggiate?


Il programma prevede che stiamo qui per le prossime tre settimane, quindi dal 7 al 27 maggio. Siamo partiti da soli , senza nessun professore che ci accompagni e come unici vincitori del concorso. A Milano siamo ospitati presso le famiglie di due ragazze che frequentano il secondo anno di liceo e che hanno la nostra stessa età. In teoria questo prevede uno scambio culturale, per cui le ragazze che si sono offerte ospitanti poi in un futuro dovrebbero venire in casa nostra a Brest e vivere la nostra stessa esperienza all’estero.


Potreste spiegarmi meglio come si chiama quest’esperienza e com’è organizzata?


Noi lo chiamiamo “esperienza Erasmus” in quanto si va all’estero per studiare però in realtà non abbiamo altre informazioni da condividere perché è il primo anno che la nostra scuola propone un’esperienza del genere. Negli anni scorsi mai nessuno studente ha lasciato l’edificio per proseguire gli studi in un altro Paese nemmeno per una breve durata. Noi siamo i primi a sperimentare questa formula di scambio culturale internazionale e per ora la nostra missione sta procedendo molto bene.


Mi sorge spontanea come domanda, che cosa racconterete dunque ai vostri compagni di classe, insegnanti e parenti?


Sicuramente la differenza che c’è tra la scuola italiana e quella francese.

In Francia , contrariamente all’Italia

- Tutti gli anni si cambiano i compagni di classe

- E’ vietato utilizzare il telefono cellulare in classe, deve essere riposto nello zaino

- Non ci è permesso indossare tute da ginnastica o leggings, solo durante l’ora di educazione motorie sono ammessi tali indumenti

- Tra un’ora e l’altra tutti gli studenti devono uscire davanti all’aula e aspettare che il prof dell’ora successiva arrivi

- Prima del covid si cambiava classe a tutte le ore per cui ciascun prof possedeva la propria aula ed erano gli studenti a doversi spostare

- La nostra scuola inizia alle 8 e termina alle 17, abbiamo un’ora di pausa per fare la pausa pranzo che solitamente avviene nella caffetteria/bar dell’istituto


Riguardo a questo ultimo punto, quale sistema preferite, quello italiano quindi terminare le classi alle 14 oppure il vostro?


Sicuramente quello italiano perché poi si ha l’intero pomeriggio libero per poter uscire e fare le proprie commissioni. Invece, quando noi torniamo a casa a Brest, oltre ad essere esausti dalla giornata scolastica, non abbiamo le forze di fare niente se non metterci a tavola cenare e andare a letto.


Per quanto riguarda il dress code, dovete indossare delle uniformi?


No, fortunatamente siamo liberi di vestirci come vogliamo però è preferibile evitare tenute simili a quelle che potrebbero essere pigiami.


Se un professore scoprisse dell’utilizzo di un cellulare durante una sua lezione cosa succederebbe?


Se il professore fosse gentile tratterrebbe lui stesso il dispositivo per l’intera giornata scolastica, se invece seguisse il regolamento lo porterebbe in presidenza e solamente il genitore avrebbe il permesso di ritirarlo.


Parlando invece di futuro sapete già cosa vorrete fare dopo il liceo?


Si, ci piacerebbe proseguire con gli studi di ingegneria. Per chiarire leggermente quello che avviene in Francia una volta usciti dal liceo vi spiego cosa deve fare uno studente. La Francia dispone di questo portale online chiamato ParcourSup nel quale ci sono tutte le università francesi del mondo, comprese quelle dei territori d’Oltremare. Attraverso la registrazione e quindi compilazione di diversi moduli e documenti è possibile fare richiesta di partecipazione ad almeno 10 università. In base all’esito delle selezioni effettuate da parte delle università, si prosegue con la scelta della scuola per cui si è stati ammessi. A volte si puo’ essere ammessi a piu’ di una scuola, uno studente puo’ non essere ammesso in nessuna di quelle scelte ed in quel caso ci si ritrova in una posizione leggermente scomoda. In tal caso lo studente dovrà fare richieste specifiche di ammissione alle singole università non presenti sul sito ParcourSup. Questo vuol dire che le candidature degli studenti che fanno richiesta tramite il sito sono molto più considerate e valide che quelle svolte in maniera autonoma.

In Francia come in Italia credo, ci sono varie facoltà per le quali il piano di studi si svolge su tre o cinque anni. Alternativamente ci sono i BTS che sono diplomi di specializzazione tecnica in un determinato campo che si completano in uno, due o tre anni.


La scuola dalla quale provenite è pubblica o privata? Come sono i licei e gli istituti in Francia? Sono contraddistinti come in Italia?


Il liceo che frequentiamo è privato, a differenza di questa struttura. I programmi scolastici dei licei in Francia in realtà non hanno delle specializzazioni, sono costituiti dalle materie di base ovvero matematica, francese, inglese, scienze, storia, geografia, filosofia, arte e chimica. Il liceo dura 3 anni per cui si inizia a 15 anni e finisce a 18 e al termine dell’ultimo anno c’è l’esame finale chiamato Bac che corrisponde alla vostra maturità.


Il classico stereotipo dei francesi è quello sulla lingua inglese. E’ risaputo che i francesi sono talmente orgogliosi della propria lingua, che non si applicano né si sforzano per imparane un’altra. E’ vero? Cosa ne pensate?


Noi impariamo l’inglese sin dalla prima media, è vero che magari il livello non è dei migliori, però non sono d’accordo sul fatto che non ci sforziamo per imparare un’altra lingua. A me personalmente piace l’inglese ed è anche per questo che in futuro mi piacerebbe un sacco viaggiare in giro per il mondo.


Per quanto mi riguarda, l’inglese mi è indifferente, è una lingua complicata perché molto diversa dal francese e non ci tengo particolarmente a migliorare o studiarla al di fuori dell’ambiente scolastico.


Una domanda la cui risposta interessa molti alunni è: com’è il rapporto tra studente e professore in Francia?


Io direi che le due figure prese in considerazione rimangono distaccate, nel senso che gli studenti raramente si rivolgono al professore per discutere di questioni non inerenti al mondo scolastico e i professori non mostrano nessun interesse nel conoscere le vite dei propri alunni. Quando riferito è generalizzato, poi ovviamente ci sono alcune eccezioni. Io conosco dei professori con i quali posso discutere in maniera più colloquiale e serena riguardo argomenti non scolastici, anche se succede di rado.

Personalmente credo sia giusto che tra professore e studente ci sia una certa distanza altrimenti il ruolo dell’uno e dell’altro sarebbe troppo simile e confidenziale. Quando si parla di educazione scolastica è bene essere diplomatici e rispettosi.


Come ultima domanda vi chiedo, nonostante siate qui da neanche quattro giorni, cos’è che più vi ha sorpreso della scuola italiana e che vi piacerebbe ci fosse anche nella vostra francese?


Onestamente la prima cosa che mi viene in mente è la libertà. Voi studenti italiani siete liberi di fare quello che volete una volta usciti da scuola alla fine della mattinata. Avete la possibilità di tornare a casa e dormire, uscire con gli amici, praticare attività. Noi invece ci ritroviamo costretti a trascorrere più tempo tra le mura della scuola che quelle di casa.

59 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti

Consigli di Lettura

a cura della Prof.ss e Valeria Mazzucco e Serena Penagini "I nomadi lo sanno: le mappe non servono a orientarsi, ma a sognare il viaggio...

Yoga e vita quotidiana

Prof.ss a Claudia Marfella “Lo yoga ci insegna a modificare ciò che non può essere accettato e ad accettare ciò che non può essere...

bottom of page