Anonimo
18 settembre 1938, Trieste: Benito Mussolini annuncia la promulgazioni delle “Leggi razziali”, che emarginano gli ebrei dalla vita pubblica e ostacolavano lo svolgersi delle loro vite. 58.000 ebrei furono vittime di queste persecuzioni. Esempio di una famiglia perseguitata sono i G.
La famiglia arrivò a Venezia nei primi anni del 1500, dopo essere stati espulsi dalla corona spagnola nel 1492, stabilendosi nel ghetto e lavorando come banchieri e commercianti.
Giorgio: nato a Venezia nel 1926, nella primavera del '39 deve abbandonare la casa dove era cresciuto, emigrando a Londra con i genitori e il fratello Paolo. Nel giugno '40, subito dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini verso Regno Unito e Francia, viene arrestato con il padre e il fratello, internato in un campo di prigionia sull'Isola di Man, nel mezzo del Mare d'Irlanda, accusati di essere spie italiane. Al padre viene proposto di andare in Canada, ma lui rifiuta: il piroscafo dove sarebbe dovuto salire fu affondato, l'Arandora Star, fu affondato da un sottomarino tedesco, uccidendo 476 prigionieri italiani, quasi tutti civili. Ricongiunta la famiglia decidono di trasferirsi a New York, dove Giorgio decide di arruolarsi nell'esercito, sperando di essere inviato a combattere in Italia. Invece viene spedito a combattere sulle spiagge della Normandia, per liberare l'Europa dalla Germania nazista. Sopravvissuto a 11 mesi di battaglie, riesce a ritornare a Venezia, dove scopre che il nonno, di anni 87, era stato deportato ad Auschwiz, ucciso appena arrivato al campo di sterminio, e la maggior parte dei beni di famiglia trafugati dai nazifascisti in Svizzera. Muore nel 2021 nella natìa Venezia, dopo aver vissuto fino al 2000 a New York, dove aveva intrapreso con successo l'attività imprenditoriale insieme al fratello.
Cesare: nato nel 1900 a Venezia, si arruola nel Regio Esercito a 16 anni e conclude la Grande Guerra con il grado di tenente in cavalleria, pluridecorato. Studia Ingegneria a Torino e poi si trasferisce a Milano, dove avvia una azienda chimica, si sposa e ha 4 figlie. Nel '38 le leggi razziali lo obbligano a svendere l'azienda e il regime sequestrò la maggior parte delle sue proprietà. Dopo l'invasione tedesca del settembre 1943 fa nascondere moglie e figlie in un monastero vicino al confine svizzero e lui stesso si unisce ai partigiani, contribuendo alla liberazione di Milano il 25 aprile del '45. Dopo aver raggiunto la famiglia si accorge che si rischia che i fascisti vengano giustiziati sommariamente, quindi si prodiga per garantire ai suoi persecutori un equo processo. Dopo la guerra riprende la sua attività imprenditoriale e muore nel 1955 a Milano, sua città d'adozione.
Adriana*: figlia secondogenita di Cesare, nasce a Milano nel '37. Dopo la promulgazione delle leggi razziali le è proibito andare a scuola, studiando il programma fino alla IV elementare origliando le lezioni della sorella maggiore, nascosta sotto il tavolo nella cucina del monastero. Soffre la fame, potendo mangiare il poco che avanzava dai pasti razionati delle monache. Racconta che il più bel giorno della sua vita fu quando vide suo padre dopo 19 mesi trascorsi nascosta come un ratto, vedendo raramente il sole, senza notizie del papà.
Adriana è mia nonna, che mi ha raccontato la sua esperienza in prima persona di questa pagina così buia della storia italiana e europea. Ormai ci sono pochi sopravvissuti che possono raccontarci questa testimonianza, per questo è nostro dovere ricordare questo e tutti gli altri genocidi perché non si ripeta più una barbarie del genere.