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i Messaggeri della Legalità

La 5ELs: Lorenzo Rubano, Lucia Biffi, Giovanni Golemmo, Beatrice Ferré, Paolo Cappellini, Marta Rossi, Giulio Prevos, Francesco Giuseppe Lalomia Stefano Tesolat Alessandro Bulgheroni Aren Verana Stefano Casale Luca Gabbianelli Ting Ting Hu


Immagini: i Messaggeri della Legalità 3ALs e 3Dls


La nostra classe nel corso dell'anno ha partecipato ad un progetto proposto dall’associazione Libera, fondata da Don Luigi Ciotti per tenere viva la memoria di tutte le vittime di mafia.

Accompagnati da un volontario di Libera, Stefano, ci siamo recati in tre luoghi dedicati alla commemorazione di omicidi e attentati di stampo mafioso.

Inizialmente ci siamo recati nel luogo in cui è affissa la targa celebrativa di Giorgio Ambrosoli in via Morozzo della Rocca davanti al civico 1, dove l’avvocato viveva e venne assassinato per essersi rifiutato di scendere a patti con Michele Sindona, il proprietario della Banca Privata Italiana, nonché legato a Cosa nostra.

Dalla casa di Ambrosoli siamo andati in via Palestro, dove è presente la targa in memoria delle vittime della strage di via Palestro. La strage, avvenuta la sera del 27 luglio 1993, fu un attentato terroristico perpetrato da Cosa nostra, nel quale cinque persone persero la vita: un vigile urbano Alessandro Ferrari, Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno, vigili del fuoco, e Driss Moussafir, un cittadino marocchino.

Alle quattro vittime italiane venne conferita la medaglia d'oro al valor civile in riconoscimento del loro "nobile esempio di altissimo senso del dovere ed elette virtù civiche".

Una scuola nel quartiere Stadera è stata intitolata a Driss Moussafir, mentre il 27 luglio 2013, nel ventesimo anniversario dell'esplosione, è stata collocata una targa commemorativa sul luogo della strage con i nomi dei caduti.

Successivamente ci siamo recati al giardino dedicato a Lea Garofalo, una donna e madre calabrese che ha deciso di rompere quelle regole di omertà che rappresentano i pilastri della cultura della ‘ndrangheta, per tutelare se stessa e soprattutto sua figlia Denise. Testimone di giustizia dal 2002, fu uccisa il 24 novembre del 2009 a Milano dal suo ex compagno, il boss ‘ndranghetista Carlo Cosco. Lea Garofalo rappresenta per tantissime persone un modello di riscatto e di ribellione contro la cultura mafiosa.

Ciò che ci è stato raccontato sulla vita di Lea è riuscito a toccare nel profondo ognuno di noi, soprattutto il tema del femminicidio (pochi giorni prima dell’incontro era stata assassinata Giulia Cecchettin). La storia di Lea è talmente sentita dalla città di Milano che il corpo della coraggiosa vittima è seppellito nel Famedio del Cimitero Monumentale, luogo in cui vengono tumulate le salme di tutti coloro che hanno reso grande la nostra città. Il coraggio di Lea lancia un messaggio importante di incitamento alla lotta contro le mafie che soffocano il nostro Paese.

Le persone che in questa uscita ci siamo impegnati a ricordare sono tutte, per caso o per scelta di vita, vittime di attentati di stampo mafioso.

In particolare, Giorgio Ambrosoli e Lea Garofalo sono accomunati dal tentativo di opporsi alla criminalità organizzata. Entrambi hanno dato la vita per difendere la causa della giustizia, pur essendo in una evidente condizione di inferiorità.

La strage avvenuta al PAC, a differenza delle altre due, è riconducibile non ad una vendetta personale, bensì ad una dimostrazione di forza di Cosa nostra nei confronti dello Stato italiano.

Durante l'uscita abbiamo ripercorso i tre avvenimenti in ordine cronologico e non abbiamo potuto non notare che in passato le misure antimafia erano praticamente assenti, come dimostra il caso Ambrosoli.

Col tempo invece si è arrivati alla consapevolezza della presenza, sia nel tessuto sociale sia in ambito politico, di queste organizzazioni criminali e si è iniziato a introdurre delle contromisure che forse a noi oggi paiono scontate. È perciò importante ricordare chi ha combattuto e dato la vita per garantirci i diritti di cui godiamo oggi.

Ricordare le vittime innocenti della mafia fa parte della lotta alla criminalità organizzata, ed è proprio questo il costante impegno dell’associazione “Libera”.






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