Helene Mayer. Unica atleta di origine ebraica a gareggiare
per Hitler nelle olimpiadi di Berlino del 1936.
Lo sport appassiona milioni di persone grazie ai ricchi colpi di scena e gli
eventi paradossali che ci regala. Un esempio è la storia di Helene Mayer,
un'atleta ebrea che, nonostante le sue origini, riuscì a fare innamorare di lei
un paese chiuso e crudele come la Germania Nazista.
Helene Mayer nacque a Offenbach sul Meno nel 1910 e, fin da
giovanissima, si avvicinò alla scherma, sport che la rese celebre nel corso
della sua vita.
La sua carriera da vincente iniziò quando era una ragazzina, più
precisamente all'età di 13 anni, quando nel 1924 vinse il suo primo
campionato tedesco di Fioretto.
La prima medaglia da lei vinta su un palcoscenico mondiale arrivò all'età
di 17 anni, quando si aggiudicò l'oro nelle olimpiadi del 1928 ad
Amsterdam aiutando la Germania ad arrivare seconda nel medagliere,
dietro gli Stati Uniti d'America.
La vita di Helene cambiò radicalmente quando nel 1933, a causa della
salita al potere di Hitler, fu costretta a lasciare il paese e a rifugiarsi negli
USA presso la Southern California University, dove insegnò tedesco e fece
l'istruttrice di scherma.
Ottenne la sua rivincita contro lo spregevole regime dal quale era stata
cacciata nel 1936, quando, a sorpresa, accettò di scendere in pedana nelle
Olimpiadi di Berlino sotto le fila della Germania, guadagnandosi un ottimo
secondo posto.
Conclusi i giochi olimpici, non essendo gradita in Germania, tornò
definitivamente negli Stati Uniti, dove prese la cittadinanza. Il suo ritorno
in Germania avvenne nel 1952. Morì un anno dopo a causa di un tumore al
seno.
Helene Mayer, sudando per i colori di un paese che la ripudiava, ci
dimostra che gareggiare per la propria nazione deve essere un onore, in
quanto, in quel momento, si rappresenta il paese che, al di là di tutto, ci ha
accolti quando siamo venuti al mondo, ci ha fatto crescere e ci ha fatto
diventare uomini.