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Fredy Hirsh: un educatore ad Auschwitz

Aggiornamento: 3 mag 2024

Sofia Bello e Gaia Stefanoni - La Redazione

Non basta una pietra d'inciampo per ricordare Fredy Hirsh. Educatore, omosessuale ed ebreo. Rinchiuso ad Auschwitz si occupò della salute di molti bambini. Il testo di Carlo Scovino “Un educatore ad Auschwitz. Una storia dimenticata: l’omocausto” che sarà presentato giovedì 29 febbraio presso la Libreria Claudiana (h.18.00) ricorda la figura di Hirsh, l'educatore la cui storia è stata spesso dimenticata a causa del suo orientamento sessuale, ma forte esempio per tutti.

Nacque in Germania nel 1916 da una famiglia ebrea, a 19 anni fuggì in Cecoslovacchia e si dedicò al lavoro con bambini e adolescenti e alla militanza nel movimento giovanile ebraico Maccabi Hatzair. Fino al 1940 organizzò campi estivi per bambini e ragazzi e aiutò molti di questi a emigrare in israele. Quando i nazisti occuparono la Cecoslovacchia i bambini ebrei furono esclusi dall’istruzione pubblica. Hirsch si trovò allora a dare lezioni nel campo da gioco Haribor del quartiere Strasnice di Praga, impartendo lezioni di ginnastica ai bambini ebrei e organizzando campionati di calcio e altre attività didattiche e sportive. A Theresiendstat era incaricato dell’igiene dei bambini e si racconta che pur di lavarli li facesse lavare nella neve. Questa determinazione era fondamentale per l’esistenza dei bambini che non trascurando il corpo si sentivano più vivi. Fredy fu poi deportato ad Aushwitz in un campo famiglia. Neanche lì si arrese, riuscì a conservare dei libri creando una piccolissima biblioteca e a fare qualche lezione clandestina ai bambini deportati. Morì nel 1943 probabilmente suicida, ma il suo ricordo rimarrà sempre luminoso nelle persone che lo hanno conosciuto. Una sopravvissuta, Zuzana Rosinkova, al momento della dedica del memoriale nel 1996, ha dichiarato:  

"Noi ebrei non abbiamo santi, ma abbiamo certamente tzaddikim, gente giusta, gente di tzedek (giustizia). Hirsch era un essere umano, una persona fallibile ma era uno tzaddik (giusto)". 

Durante tutta la sua vita egli non nascose mai il suo orientamento sessuale né a Praga, né a Theresienstadstat, né addirittura ad Auschwitz. 

 

 

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