Dymitro Buzhora e Prof.sa Amatulli - La Redazione
In occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo (7 febbraio 2024), riportiamo qui di seguito la conversazione che due studenti della 5Bod, Dmytro, nostro redattore, e Antonio, nostro collaboratore, hanno condotto con la Professoressa Amatulli, dopo avere letto il libro “Un ragazzo è quasi niente”, scritto dall’autrice francese Lisa Balavoine e legato proprio ai temi attuali del bullismo, cyberbullismo e sexting.
Il momento dialogico qui riportato rappresenta il cuore di una metodologia, denominata Tell me, messa a punto dall’autore e saggista anglosassone Aidan Chambers nel saggio “Il lettore Infinito” (2011), che, per i più curiosi, verrà presentata in un articolo successivo sempre all’interno di questo numero di Origami.
Breve sinossi del libro “Un ragazzo è quasi niente” necessaria per comprendere i riferimenti compiuti dai ragazzi nel corso della conversazione:
Anonima cittadina Francese dei nostri giorni. Non siamo lontani da Parigi. Romeo, un ragazzo solitario, introverso e sensibile di 16 anni, si innamora di Justine, estroversa, libera, bellissima, “irraggiungibile e contraddittoria”. I due iniziano a conoscersi e a frequentarsi. Romeo non ha molti amici, né intrattiene grandi rapporti con i propri genitori (inizialmente definiti due semi-sconosciuti), suona il basso ed è un grande conoscitore di musica, passione trasmessagli dallo zio, proprietario di un negozio di dischi. Justine, ragazza fringuello, condivide con il nuovo amico la passione per il disegno artistico e la musica. Quando il ragazzo di Justine, uno dei “noti bulli” dell’Istituto frequentato dai entrambi, fa circolare un video compromettente che la ritrae durante un rapporto sessuale, Justine smette di andare a Scuola. Romeo sprona la ragazza a reagire e a rispondere alla violenza subita in modo razionale. Insieme, i due amici ottengono il permesso di organizzare insieme una “Discussione (Assemblea d’Istituto) sulla libertà di essere sé stessi”, la quale risulta molto partecipata e sentita. Grazie a tale intervento, la ragazza riesce a superare il proprio senso (indotto) di vergogna, mentre Romeo inizia ad acquisire una maggiore fiducia in sé stesso e nelle proprie capacità. Nel frattempo, in modo inaspettato, anche il rapporto fra lui e sua madre sembra arrivare ad un punto di svolta. La vendetta del bullo, del persecutore di Justine, però, purtroppo, non si fa attendere e, a farne le spese, in modo drammatico, è proprio l’amico, Romeo.
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La risposta dei lettori: conversazione strutturata sul libro “Un ragazzo è quasi niente”
Legenda:
E: Professoressa Amatulli
D: Dmytro
A: Antonio
E: Eccoci.. Ci ritroviamo qui, oggi, per parlare di un libro che, personalmente, ho conosciuto seguendo un corso sulla Lettura e sulla Young Adult Literarature proposto quest’anno dalla cooperativa sociale Equilibri (https://www.equilibri-libri.it/) presso l’Istituto Severi-Correnti. Il libro, rivolto a ragazzi della Scuola Secondaria di Secondo Grado, si intitola “Un ragazzo è quasi niente” ed è stato scritto da un’autrice francese, Lisa Balavoine.
Dmytro, partiamo da te. Che cosa ti è piaciuto di questo libro e che cosa invece ti ha lasciato perplesso?
D: Mi è piaciuta la storia, la vita di questo ragazzo. Anche se è stato un po’ sfortunato ad avere dei genitori non molto in grado di seguirlo nel quotidiano, può sempre contare sull’amicizia con Justine che lo aiuta sempre nei momenti di difficoltà.
E: Si tratta sempre di un aiuto reciproco.
D: Quando Justine fa il suo discorso sulla libertà di essere sé stessi, durante l’Assemblea d’Istituto, lei viene appoggiata dal suo amico.
E: Ti è piaciuto l’aspetto relazionale, il fatto che Justine e Romeo siano in grado di trovare davvero una linea comune e che, anche nelle difficoltà, si rivelino in grado di sostenersi reciprocamente. Antonio, a te cosa è piaciuto di questo libro e cosa ti ha lasciato perplesso?
A: Mi è piaciuto il modo in cui questo libro è stato scritto, una forma di scrittura molto libera, le parole potevano essere comprese e interpretate attraverso i nostri sentimenti, le nostre vicende, le nostre emozioni passate. Mi ha colpito l’aspetto emotivo. Mi sono immedesimato con il protagonista. È un tipo di scrittura che facilita molto l’immedesimazione.
D: Anche io, leggendo la storia, mi immaginavo di essere Romeo.
E: Apprezzo moltissimo quello che ci ha detto Antonio. Anche Chambers, nel suo saggio, ci invita a riflettere sulla forma dei testi che leggiamo. Confermo quanto detto da entrambi, quella di Belavoine è una forma di scrittura molto diretta, una prosa poetica che garantisce tanto l’immedesimazione quanto la visualizzazione e che ci riporta anche alla forma del monologo teatrale.
D: Alcune volte mi sono immaginato che la storia capitasse a me. La cosa che mi ha lasciato un po’ perplesso, invece, è il finale, perché effettivamente non ci si attende un finale di questo tipo. È imprevedibile e soprattutto ci lascia in sospeso.
A: Sì, è stato così anche per me, un troncamento della storia così netto mi ha colpito tanto.
E: Sono d’accordo con voi, questo finale drammatico e troncato ci lascia perplessi perché resta sospeso e non ci permette di chiudere, di acquietarci nella chiusura.
A: La lettura è scorrevole, ti immedesimi nel protagonista. Poi, sbam, arriva il finale, un troncamento netto e senti un vuoto.
E: Sicuramente. Anche Romeo cade nel vuoto, colpito dal bullo. La sensazione fisica della violenza ricevuta dal bullo viene restituita a livello formale. Il troncamento è ricercato. Anche dal lettore il vuoto della caduta viene avvertito… È un elemento che, volutamente, ci fa riflettere e può lasciare perplessi. C’è qualcos’altro, a parte il finale, che non avete tanto capito e che un po’ vi ha sorpreso?
D: La storia è semplice. Tutto viene spiegato.
A: La storia è abbastanza lineare.
E: Confermo. La storia, in sé, non lascia vuoti.
A: Alla fine, penso che sia un finale degno di nota perché inaspettato e voluto. La tecnica ti prende, ti tiene fino alla fine.
E: Aggiungo poi che è vero che non viene offerta una chiusura netta come quella che i finali di solito propongono, tuttavia uno spiraglio c’è. Romeo apre gli occhi. Poi li richiude tranquillo perché sente che Justine, la sua amica, il suo amore, è accanto a lui. Ora, nuova domanda per entrambi: C’è un motivo ricorrente in questo libro? Cosa secondo voi ha guidato la scrittura di questo libro? Da quale idea l’Autrice è partita per costruire questo libro?
A: Le emozioni, ma anche una situazione di malessere interiore, legato a tematiche sociali come il bullismo e il cyberbullismo e a livello personale, anche la difficoltà ad interfacciarsi con altre persone: il protagonista non comunica né con i genitori né con i compagni di classe. Comunicazione zero. Solo i suoi pensieri e Justine.
E: A questo proposito, osserviamo un’evoluzione nel corso delle vicende. L’autostima iniziale di Romeo è estremamente scarsa. Poi, però, grazie all’instaurarsi della relazione con Justine, la sua autostima cresce. Cresce soprattutto nel momento in cui Romeo aiuta Justine a tornare a Scuola dopo l’episodio di sexting e nel momento in cui riesce a far parte di un gruppo musicale. Da una situazione iniziale segnata da alienazione e solitudine si passa a una situazione in cui il protagonista capisce che su alcune persone può contare davvero.
A: Uno spiraglio di luce, una presa di coscienza, una maggiore autostima. Le capacità di rispondere, di interfacciarsi cambiano, aumentano.
E: Si osserva proprio un’evoluzione del personaggio. Grazie al meccanismo di immedesimazione di cui abbiamo parlato prima, questa evoluzione diventa anche evoluzione del lettore chiamato a guardare la realtà attraverso gli occhi del protagonista, ad abbracciare il suo sguardo. Anche secondo me, ragazzi, la tematica sottesa è quella del bullismo e del cyberbullismo, in particolare, del sexting. Le emozioni, la loro comprensione, espressione e gestione, sono poi certamente poste al centro. Passiamo ora alle domande generali. Dmytro hai mai letto libri simili? Questo libro ti evoca qualche libro letto nel passato?
D: Questo è il genere di libro che mi piace, vorrei leggerne altri simili. In molte parti di questa storia mi sono visto come allo specchio, come se a muovermi fossi io. Questa storia rappresenta bene la nostra vita.
E: Ne cercheremo altri. Anche io considero questo libro come un punto di partenza…
D: Per me questa storia rappresenta un po’ la vita di alcuni di noi.
E: Anche il modo in cui, come diceva Antonio, l’emotività viene riconosciuta, legittimata ed espressa. E nel tuo caso Antonio, questa storia ti ha evocato qualche altro libro?
A: Non avevo mai letto libri simili a questo. Il libro che mi viene in mente ora, nell’immediato, è “La fattoria degli animali” di Orwell. Il finale di quel libro mi ha ricordato un po’ questo.
E: Sicuramente Orwell è un autore che ha molto riflettuto sulla violenza umana e sulle modalità, sui meccanismi con cui questa viene legittimata e perpetrata, sugli effetti devastanti della violenza
umana. Trovo molto interessante questa associazione. Dmytro, se volessi cercare di migliorare questa storia in qualunque modo, dal punto di vista contenutistico, formale o grafico, cosa faresti?
D: Cercherei di fare in modo che i genitori giocassero un ruolo più importante nella storia. Sono loro che ti appoggiano, ti aiutano nella vita.
E: Nella storia, quindi, avresti fatto emergere maggiormente la componente genitoriale. È vero che i genitori, in questo caso, rimangono sempre sullo sfondo. È una componente che compare poco sia nel caso di Romeo sia nel caso di Justine. Nonostante la gravità degli eventi che vedono coinvolta Justine, una minorenne, i suoi genitori quasi non compaiono nel racconto.. E nel tuo caso, Antonio, c’è qualcosa che avresti voluto modificare?
A: Dal mio punto di vista, non modificherei nulla. Cercherei solo di essere più chiaro sul tempo e lo spazio della storia.
E: Tempo e spazio non sono specificati, hai ragione. Si tratta sicuramente di una scelta. Anche su questo aspetto si sarebbe potuti intervenire. Adesso entriamo più nel personale. Domanda per entrambi: Avete mai attraversato esperienze simili a quelle di Romeo, a quelle di Justine o a quelle di qualsiasi altro personaggio che appare nel libro?
D: Anche io, da piccolo, avevo voglia di scappare di casa. In passato anche io ho avuto qualche difficoltà.
E: Alla fine, però, Romeo non scappa. A fermare la sua fuga è l’immagine di Justine. Nel tuo caso questo desiderio di fuga, un desiderio che anche io ho avuto alla tua età, è rimasto intatto o vi sono state delle immagini, degli elementi che ti hanno ancorato al tuo contesto di vita, alla tua realtà?
D: Volevo esplorare il mondo. Ora sono maturato, ho degli impegni per la vita e non vorrei cambiare idea.
E: Sono quindi gli impegni della tua vita ad ancorarti. Molto bella la tua risposta. E nel tuo caso, Antonio, c’è qualcosa in questo libro che tu rapporti alla tua esperienza?
A: A livello personale mi rispecchio tantissimo nel protagonista. Tendo a rinchiudermi molto in me stesso. Da piccolo ho sempre avuto problemi sul fronte della comunicazione sociale. Facevo molta fatica a comunicare le mie idee. I miei comportamenti erano forse un poco atipici e sono stato emarginato. Per questo motivo, con il tempo, mi sono rinchiuso dentro me stesso, dentro i miei pensieri. Il problema più grande, ciò che davvero mi accomuna al protagonista, è rappresentato dall’aspetto emotivo.
E: Romeo attraversa un’evoluzione nel corso della storia. Anche in te si è verificata o si sta verificando un’evoluzione?
A: Come tutti, penso di essere in continua evoluzione. In me, però, ci sono degli aspetti, legati al passato, su cui ancora devo continuare a lavorare. Le mie capacità a livello comunicativo sono nettamente migliorate, sia sul fronte dell’espressione linguistica sia sul fronte della sicurezza personale.
E: Assolutamente. Ti ho conosciuto l’anno scorso e confermo il fatto che, come il protagonista di questa storia, stai attraversando una fase di evoluzione personale fantastica. Questo lo dico da vostra docente.
A: Sul fronte della comunicazione, penso di essere migliorato. Al tempo stesso, penso anche che alcune difficoltà comunicative e relazionali rimarranno sempre.
E: L’idea che alcuni tratti caratteriali permangano è corretta. Ovviamente è bene sentirci tutti perennemente in cammino.
D: Anche io penso che alcuni problemi che abbiamo avuto da piccoli restano. Anche se siamo tutti in fase di evoluzione, noi continueremo ad averli.
E: Certamente sono elementi con cui faremo i conti fino alla fine. Questa consapevolezza è importante ed è bene leggere libri che ci facciano riflettere su questi elementi. Fondamentale è poi anche l’idea che, nonostante le difficoltà che abbiamo esperito e che magari, in forma diversa o meno accentuata, continuiamo ad esperire, noi tutti continuiamo a sentirci in cammino e a progredire. Entrambi siete riusciti a visualizzare il racconto. Quante storie possiamo trovare in questo libro secondo voi, anche in riferimento ai diversi personaggi?
A: Sicuramente la storia del protagonista, poi la storia di Justine, la storia del bullo, la storia dello zio, della madre e del padre di Romeo.
D: La madre di Romeo ha avuto un’infanzia dura, il padre era del tutto assente.
E: Già, tante storie, esplorate con profondità diverse, ma davvero tante storie.
A: Tutto questo ci fa capire che non dobbiamo giudicare in superficie, dall’esterno. Prima di giudicare una persona dobbiamo esplorare il suo passato e capire i motivi che l’hanno portata ad avere il carattere che ha.
E: Concordo. Si tratta di un’inferenza che questo libro ci invita a fare. Non dobbiamo mai fermarci alla conoscenza superficiale, approssimativa dell’altro, inautentica. Questo libro ci aiuta ad andare oltre, ci fa muovere nella direzione dell’autenticità nella relazione. Nuova domanda: Avete letto questo libro velocemente o lentamente, tutto d’un fiato o poco alla volta? Questa è una domanda che riguarda la vostra esperienza di lettura.
A: Il libro personalmente mi ha preso molto. L’ho letto velocemente.
E: Anche io l’ho letto tutto d’un fiato. Nel tuo caso Dmytro?
D: Anche io ho letto questo libro molto velocemente. Mi ha intrigato la storia e non volevo smettere di leggerla.
E: Consigliereste questo libro ai vostri compagni? Secondo voi, gli insegnanti dovrebbero consigliarlo ai loro studenti?
A e D (all’unisono): Sì.
E: Nelle prossime settimane mi piacerebbe inaugurare una piccola Biblioteca di classe in cui inseriremo sicuramente anche questo libro! Ripensando al libro nella sua globalità, quale
dimensione resta per voi prioritaria? In ballo, ci sono tanti temi, ma se dovessimo indicarne uno che per voi resta importante, quale sarebbe?
A: Il livello emotivo. Le emozioni provate nella vita. Perché sia vera vita devi vivere delle emozioni, belle o brutte, non importa.
E: In questo libro c’è tanta espressività, emozione. C’è voglia di vivere, di assaporare la vita e, al contempo, paura di non vivere, paura dell’alienazione. E nel tuo caso, Dmytro?
D: Anche io penso che le emozioni siano molto importanti nella nostra vita, ci aiutano a capire che tutti siamo umani. Ci rafforzano.
E: Anche a livello biologico l’emozione sostiene la nostra sopravvivenza, risulta funzionale alla nostra sopravvivenza. Bella la connessione fra emozioni e senso dell’umano. Forse non è un caso se, per rispondere alle violenze di un bullo, Justine e Romeo organizzano un’Assemblea d’Istituto dal titolo “Discussione sulla libertà di essere sé stessi”… Domanda: Vi piacerebbe conoscere l’autrice francese del libro?.
A e D (all’unisono): Sì.
E: Anche a me piacerebbe. Secondo Chambers, l’idea di invitare un autore in una classe, alla luce delle letture fatte, potrebbe essere estremamente utile. Di solito i ragazzi apprezzano simili iniziative. Sicuramente, alla fine di questo libro, viene voglia di contattare l’autrice e chiederle qualcosa in più sulla genesi dell’opera... Vedrete che sulle domande specifiche andremo abbastanza veloci. In quanto tempo si svolge la storia?
A: Qualche mese.
E: Confermo. La durata della storia e il luogo preciso in cui la vicenda si svolge non sono specificati.
D: Siamo sicuramente in qualche città francese.
E: Ci sono analessi o prolessi? Riformulo, ci sono flashbacks o anticipazioni?
A: Ci sono entrambi… Basta pensare all’anticipazione inserita all’inizio. Si parte dalla fine.
E: Confermo. Quale personaggio vi ha interessato maggiormente?
D: Justine, perché nonostante ciò che le capita, lotta per essere sé stessa. Torna a credere in sé stessa. Anche se certi atti ti espongono, tu devi avere sempre la forza di reagire, rispondere, rialzarti.
E: Dopo l’episodio di sexting, vive una grande vergogna all’interno del contesto scolastico, vergogna indotta dagli sguardi, dagli atteggiamenti, dalle maldicenze dei compagni e delle compagne. Questo senso di colpa e questo senso di vergogna diventano talmente grandi che la ragazza non vuole più tornare a Scuola.
A: Torna in classe con l’aiuto di Romeo. Romeo la convince ad organizzare un’Assemblea d’Istituto, importante non solo per lei, ma anche per altre ragazze o altri ragazzi che hanno vissuto esperienze simili alla sua.
E: Un ritorno. La storia di Justine, il coraggio di reagire e rispondere alla violenza in modo razionale, attraverso la potenza del dialogo.
A: Anche Justine ha sbagliato..
D: Sì, anche Justine..
E: In che senso? Vuoi dire che ha sbagliato a fidarsi di un ragazzo che molti, compreso Romeo, avevano individuato come “bullo” e i cui comportamenti aggressivi erano noti? Justine è una ragazza estremamente vulnerabile, possiamo cercare di rintracciarne i motivi, ma non attribuirle colpa o errore. Si espone frequentemente, con maggiore o minore consapevolezza, alla violenza, al pericolo. Certamente questo a noi lettori è chiaro e può farci preoccupare. A sbagliare, in questo caso, però è stato solo il suo ragazzo che ha deciso di condividere un video estremamente intimo e compromettente senza il suo consenso. In questo caso è stato il suo ragazzo a commettere un atto illecito. Antonio…e nel tuo caso? Quale è stato il personaggio che ti è interessato maggiormente?
A: A livello di caratterizzazione, il protagonista, perché mi sono rispecchiato in lui. Anche Justine, però, mi ha colpito molto. È attratta da Romeo e gli si avvicina senza giudicarlo dall’aspetto esteriore. Non si ferma alla superficie.
E: Sono d’accordo con te. Davvero tra Justine e Romeo si crea una relazione autentica senza nascondimenti, dove ognuno può essere finalmente se stesso, andando oltre l’involucro esterno.
D: La ragazza è stata forte perché non tutti al suo posto avrebbero reagito allo stesso modo, non tutti avrebbero avuto il coraggio di tornare a Scuola. So anche di casi di suicidio…
E: Justine trova in sé la forza e il coraggio di rispondere in modo razionale ed efficace a chi le ha causato tanta sofferenza. Alla violenza oppone la forza degli argomenti e del dialogo. Secondo voi ci sono dei personaggi, oltre Romeo e Justine, che sono davvero funzionali alla storia, in assenza dei quali la storia non si sarebbe potuta sviluppare?
A: La madre e lo zio di Romeo e il bullo.
D: Il gruppo dei ragazzi che tratta male Romeo e che rappresenta la base dell’iniziale consenso garantito al bullo.
E: Il narratore è interno e la focalizzazione è interna. Il lettore guarda la realtà con gli occhi del protagonista, ma, in generale, noi lettori possiamo anticipare anche i pensieri e le emozioni degli altri personaggi?
A: Sì.
E: Tu, Dmytro, condividi questo pensiero?
D: Sì.
E: Mi fate un esempio?
A: Siamo in grado di comprendere l’atteggiamento freddo e distaccato della madre di Romeo, ne capiamo i pregressi. Comprendiamo la voglia di vendetta del bullo o il tono rassicurante e protettivo dello zio di Romeo. Siamo in grado di comprendere l’atteggiamento estroverso e apparentemente sicuro di Justine che si avvicina a Romeo e gli parla con tranquillità, anche se questo, inizialmente, sembra nascondersi e rifiutarla.
E: Romeo è molto timido e introverso, Justine è estroversa, è vita allo stato puro. Romeo, inizialmente, non sa come comportarsi con Justine…Ultima richiesta: vi chiedo di leggere ad alta voce un passo o una frase del libro che vi ha colpito particolarmente e che utilizzereste per invitare i vostri compagni a leggere questo testo.
A: “Provare dolore significa essere in vita”. Ho scelto questa frase perché riflette il modo in cui ho letto questo libro, il modo in cui mi sono interfacciato con il libro.
E: Torna la riflessione che facevamo prima: l’invito a vivere pienamente, a sentire. Senza emozioni non c’è vita. E tu Dmytro?
D: “La vita è un gioco, ma bisogna rispettarne le regole”
E: Importantissimo Dmytro. Grazie! Si tratta della frase che Romeo decide di “lanciare” ai suoi pari durante l’Assemblea d’Istituto…
Grazie per il vostro tempo prezioso ragazzi!
Dmytro Buzhora, Antonio Tortora, Prof.ssa Amatulli (5Bod)
Caviardage eseguito da Nour Mansour (5Bod) durante un laboratorio artistico effettuato presso le Gallerie d’Italia il 9 gennaio 2024.