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Arrighetti, l'architetto milanese al servizio della comunità

Aggiornamento: 5 dic 2023

Prof.ssa Ilaria Magistretti


Da qualche anno (tanti, in verità) partecipo agli Open Day del nostro Istituto e all’inizio della presentazione in Aula magna faccio sempre vedere ai genitori e ai potenziali futuri studenti una foto, presa dall’alto, dell’edificio in cui stiamo e nomino l’architetto che tra il 1955 e il 1956 lo ha realizzato: Arrigo Arrighetti. Credo che nessuno tra il pubblico sappia chi sia, ma sottolineo il suo nome, anche se sono consapevole di conoscerlo poco anch’io. Da qualche giorno però ho in mano una pubblicazione che gli è stata recentemente dedicata dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano, “Arrigo Arrighetti a Milano”, e ho fatto una serie di “scoperte”.



Ho scoperto che Arrighetti è stato dal 1955 al 1961 direttore dell’Ufficio Tecnico del Comune di Milano e che durante questo suo incarico ha diretto la realizzazione di più di 150 edifici tra scuole, impianti sportivi, uffici pubblici, mercati e quartieri; alcuni di questi edifici sono parte della nostra quotidianità di milanesi indaffarati e distratti, e vale la pena guardarli con un po’ di attenzione.

Arrighetti ha progettato la Scuola materna Martin Luther King, al QT8, la Scuola materna di via Capponi, la Scuola materna di via Santa Croce, oltre all’Istituto Professionale statale Cesare Correnti e in tutti questi edifici c’è un elemento in comune evidentissimo: la grande attenzione alla luce naturale. Le foto che seguono lo mostrano chiaramente: aule con grandi finestre, porte-finestre, pareti-finestre che garantiscono la continuità interno-esterno, “il cielo in casa” scriveva Arrighetti in un suo progetto.



Il tema dell’architettura scolastica era davvero caro ad Arrighetti, che l’aveva studiato, esplorato e rinnovato attraverso soluzioni architettoniche che già negli anni ‘50 si ponevano la questione di come creare spazi educativi capaci di accogliere le attività formative in maniera adeguata. Milano aveva la necessità di creare edifici nuovi, oltre che adattare i vecchi al boom demografico, e Arrighetti progetta edifici polifunzionali, con molti spazi comuni, laboratori, aree gioco, mense, giardini.



Altre innovazioni proposte da Arrighetti e recepite dall’Amministrazione milanese sono quelle di creare biblioteche decentrate nei nuovi quartieri, in modo che i cittadini possano usufruire del servizio nel luogo in cui vivono: nascono così la biblioteca di via Lorenteggio e la biblioteca di Villapizzone.


È di Arrighetti anche la copertura esagonale della stazione Amendola, la stazione della linea 1 della Metropolitana che allora era la più vicina alla Fiera Campionaria. Si tratta dell’unica stazione in cui la zona d’accesso agli ambienti sotterranei è illuminata dalla luce naturale: l’atrio è sormontato da un lucernaio a pianta esagonale che porta la luce all’interno degli ambienti sottostanti della stazione. La struttura ha una complessa forma prismatica caratterizzata da leggerezza, semitrasparenza e impermeabilità.




Anche la pavimentazione in gomma con bolli che è ancora presente nelle stazioni che non sono state sottoposte ai recenti restyling è frutto del lavoro di Arrighetti; l’architetto la ideò collaborando con la Pirelli, ma, essendo dipendente da un’istituzione pubblica, dovette rinunciare a rivendicarne la paternità.



C’è un altro luogo, che molti milanesi conoscono, progettato dall’architetto Arrighetti ed è la piscina coperta Solari, inserita in un luogo molto frequentato quale il parco Solari. Si tratta di una costruzione a forma di sella, studiata per ottenere un’illuminazione interna il più naturale possibile: le grandi vetrate inclinate assicurano il massimo isolamento termico, offrono piena illuminazione in inverno e ombreggiatura in estate. La piscina è stata pensata non per raggiungere obiettivi esclusivamente sportivi, ma per essere una costruzione destinata allo svago e al tempo libero degli abitanti della zona.



Il nostro edificio scolastico è dunque parte del lavoro di un professionista che ha operato negli anni ’50 e ’60 ed ha progettato luoghi per la città ospitali, luminosi, adatti ai contatti umani e alle relazioni.

Arrighetti è stato un architetto “convinto che l’Architettura – con la A maiuscola – fosse un servizio che si presta all’uomo per l’intera sua vita quotidiana e che può contribuire a creare la felicità di chi la vive”. Non un’archistar, ma un autore il cui costante obiettivo è stato guardare, prima di intraprendere un progetto, alla sua funzione e al suo valore civile. Di questo lavoro usufruiamo ancora, e bene, noi oggi.

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