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Storia dell'Arte: visita alla Fondazione Rovati di Milano

Aggiornamento: 5 dic 2023

Elena Giuliani 3CLL, disegni e schizzi di Matilde Stella D'Abbruzzo 3CLL

Il giorno 02/03/23 mi sono recata insieme alla mia classe alla Fondazione Rovati, la sede che ospita la collezione privata permanente della famiglia Rovati e altre mostre temporanee. Non appena siamo entrati nella sede all’ingresso abbiamo subito notato la statua di Luigi Rovati, a cui è appunto dedicato lo spazio.

Una volta scesi nella sala destinata all'esposizione di arte antica etrusca, abbiamo potuto osservare un'architettura interna molto particolare, ispirata alla natura, dai rivestimenti in pietra moderna, levigata e scavata, la quale vuole appunto ricreare l'atmosfera degli apogei etruschi. Abbiamo osservato da vicino diversi elementi, tra cui sculture che, in epoca etrusca, spesso erano posizionate lungo le falde dei tetti dei templi e la cui maggior parte costituiva un’ offerta alle divinità. Il primo elemento che abbiamo osservato è un'urna cineraria in travertino risalente al secondo secolo a.C. Si tratta di un sarcofago rappresentante il defunto semi sdraiato su di un triclìnio.


La decorazione del sarcofago è di motivo floreale e l'iscrizione presente su di esso simboleggia un'offerta alle divinità. Un'ulteriore urna, in questo caso avente le stesse sembianze di una casa, costituisce una delle diverse riproduzioni grazie alle quali si è potuto risalire alla costruzione delle abitazioni etrusche. Sempre appartenente al campo delle urne cinerarie, al tempo contenenti le ceneri dei defunti, abbiamo poi osservato un Canopo etrusco. Si tratta di un'urna antropomorfa: la testa è umana e di colore rosso, il volto ha lineamenti semplificati, le braccia sono modellate in modo da risultare inserite nelle anse. Ulteriore tipologia di vaso sono i buccheri, spesso incisi utilizzando motivi decorativi floreali, animali o di figure antropomorfe. Uno dei buccheri esposti, in questo caso, presenta una scena di caccia, nella quale un animale è posto al centro del coperchio del vaso circondato da diverse sagome di uomini, i cacciatori.


Tra le opere esposte, particolari sono anche quelle dell'artista Lucio Fontana, medesimo autore dei Tagli su Tela, che negli anni 30 del 900 realizza diverse opere ceramiche, tra cui quella esposta nella sala della fondazione : si tratta di un piatto rappresentante anch'esso una scena di caccia, che costituisce una delle diverse opere contemporanee dell’esposizione messe in relazione con reperti etruschi (scelta relativa dell'allestimento dello spazio). Assieme a Lucio Fontana, anche le creazioni di Arturo Martini, artista della prima metà del 900, costituiscono una parte dell'arte contemporanea esposta e messa in relazione con quella antica. Di fatti, abbiamo potuto osservare la "Testa di Medusa" in terracotta, vivacemente colorata e smaltata.


Un altro artista è Alberto Giacometti, autore di diversi gioielli in oro fini e pregiati come le fibule, spille utilizzate all'epoca solitamente aventi forma ad arco. Altri oggetti sono invece realizzati in bronzo, come quelli decorati dalla rappresentazione di una testa femminile e una maschile. Proseguendo lungo l'esposizione ci siamo imbattuti in altre opere in bronzo come un elegante candelabro e in numerosi buccheri, ovvero tazze realizzate in bucchero, un materiale molto simile al bronzo. Infine abbiamo osservato lo Stele di Caminia, un blocco di pietra di forma rettangolare che presenta incisioni sul lato anteriore e lungo i bordi, raffigurante parte del corpo e la testa di un guerriero posto di profilo. Si tratta di un pezzo in prestito proveniente da Atene.


Terminata la visita nello spazio dedicato all'arte etrusca, ci siamo recati al piano superiore, per accedere al piano soprannominato "Piano Nobile". Questo piano costituiva la residenza della nobiltà intorno al 1800, dispone di diverse sale e di un lungo corridoio elegantemente decorato da diversi specchi e da un arazzo. Per quanto riguarda quest' ultimo, si tratta di un tappeto realizzato a parete tramite l'utilizzo di filati nobili come seta o fili d'oro e d’argento, filamenti meno grezzi e più raffinati rispetto a quelli impiegati per la produzione di un normale tappeto da pavimento. L'arazzo rappresenta un mondo immaginario: la città e le figure hanno un aspetto sovrannaturale. La realizzazione degli arazzi divenne una tradizione molto diffusa a partire dal 300, quando le arazzerie importanti si trovavano in Belgio o Olanda. La prima arazzerie Italiana nascerà invece a Firenze. La prima stanza in cui siamo entrati è la Sala Verde, decorata con diversi arredi: quadri, specchi, porte colorate, boiserie, un grande camino ma anche piccole urne e vasi etruschi di diverse forme. Oggetto dell'esposizione è comunque, più che il mondo etrusco, quello contemporaneo. Uno dei quadri esposti è "Il quadro dei due danzatori", estrapolato dalla Tomba delle Leonesse: sulla tela vengono rappresentati un uomo dalla pelle scura e una donna dalla pelle chiara. Si tratta di un'opera di Andy Warhol, che si dedicò anche alla realizzazione di disegni documentanti le tombe etrusche. La seconda sala in cui siamo entrati è la Sala Paolini. Qui, lungo le pareti, è esposta una serie di quadri che costituisce una linea del tempo: partendo dalla rappresentazione del profilo umano, termina con fotografie dell'ambiente di campagna. Per quanto riguarda la Sala Etrusca sono invece esposti oggetti in bronzo non particolarmente pregiati ma molto antichi, come crateri, fibule, diversi frammenti e un'antica armatura. È esposto inoltre un quadro di De Chirico, raffigurante dei cavalli. Un alto specchio posto su una delle pareti presenta una decorazione a motivo di rosa intrecciata.


La Sala di Luigi Ontani espone poi opere in chiave moderna con riferimenti al mondo antico, realizzate con acquerelli su carta. Sono rappresentati scene di miti di centauri e altre figure antropomorfe. I colori utilizzati sono molto vivaci, quasi da rendere lo stile definibile "kitsch". Infine siamo entrati in uno spazio allestito esclusivamente per l'esposizione del Lampadario di Cortona. Si tratta di un lampadario posizionato a testa in giù, in modo da rendere ben visibile la parte sottostante, più decorata, ma anche quella soprastante, grazie all’utilizzo di uno specchio posizionato al di sotto dell’oggetto. Si tratta di un oggetto decorato con figure raffinate, come gorgoni o altri animali fantastici che si inseguono, onde, delfini, teste di satiro aventi le corna. Molto probabilmente il lampadario era originariamente collocato in una sala rituale. Una volta visitata quest’ultima sala la nostra visita è terminata.


Ho trovato quest'esperienza molto piacevole e interessante. Per quanto riguarda lo spazio dedicato all'arte Etrusca, ho finalmente osservato da vicino reperti ed elementi di cui avevo solamente letto sui libri di scuola, potendomi fare un'idea e creando opinioni e osservazioni a riguardo. Nonostante ciò, la parte che mi è piaciuta di più è stata la visita al Piano Nobile, avendo una personale preferenza per l’arte moderna rispetto a quella antica.




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