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All Eyes on Rafah: cronaca di un conflitto

Aggiornamento: 20 giu

Asia Lepore - Teresa Calaminici 5ALl


Negli ultimi tempi è diventata virale un’immagine creata dall’intelligenza artificiale con lo slogan “All eyes on Rafah”. L'intervento dei social non basta a sensibilizzare l'opinione pubblica. Ci vuole un impegno civile più concreto. Ripercorriamo insieme la cronaca dell'ultima fase, quella più cruenta del conflitto israelo-palestinese.


COSA SUCCEDE IL 7 OTTOBRE E PERCHE'

Il 7 ottobre 2023 Hamas, organizzazione politica palestinese islamista, sunnita e fondamentalista, lancia un attacco contro lo stato di Israele, prendendo di mira allo stesso tempo la città di Sderot, una ventina di villaggi del sud del paese, due istallazioni militari e un festival di musica che si svolgeva nell'area. Quella mattina migliaia di miliziani di Hamas entrano all'interno dello stato di Israele uccidendo 823 civili e 321 soldati. (Repubblica)

Il conflitto Israelo-palestinese ha le sue radici a partire dal 1948. Nel 1947 la Gran Bretagna annunciò la fine del suo mandato sulla Palestina rimettendosi per la soluzione della questione palestinese alle Nazioni Unite.

Un Comitato speciale per la Palestina dell’ONU elaborò un piano di spartizione territoriale. Il 29 novembre 1947 l’Assemblea generale dell’ONU approvò con una maggioranza di due terzi il piano, che prevedeva la spartizione della Palestina occidentale in uno Stato ebraico e in uno arabo. Il piano fu accolto con favore dagli ebrei, ma osteggiato dagli arabi.

Il 14 maggio 1948, il presidente del Consiglio nazionale ebraico Ben Gurion proclamò la fondazione dello Stato di Israele. L'attacco di Hamas, nonostante sia un atto ignobile e con conseguenze irreparabili per entrambi i popoli considerati, ha come causa scatenante settantacinque anni di pulizia etnica,durante i quali il popolo palestinese è stato confinato, bombardato, imprigionato, cacciato dalla sua terra, umiliato, brutalizzato, violentato e privato di ogni risorsa necessaria alla vita umana.

Israele è inoltre una potenza nucleare su cui l'imperialismo nord-atlantico investe miliardi di dollari annualmente da tre di secolo. Il principale fornitore di armi ad Israele sono gli Stati Uniti, che fin dalla nascita dello stato di Israele hanno contribuito a finanziare l’esercito israeliano e il settore industriale bellico del paese. Attualmente forniscono armi per un valore di 3,8 miliardi di dollari ogni anno, dopo l’attacco del 7 ottobre di Hamas, il Senato americano ha approvato lo stanziamento di ulteriori 14 miliardi di dollari di aiuti. (Il Post)

LA RISPOSTA D'ISRAELE AL 7 OTTOBRE

Ad oggi, il bilancio delle vittime palestinesi della Striscia di Gaza dal 7 ottobre è di circa 35000 morti e 78500 feriti. (ANSA)

A seguito dell'avanzata dell'esercito israeliano e dei bombardamenti che portano alla distruzione quasi totale di Gaza, i civili palestinesi scappano e si dirigono verso sud, verso il valico al confine con l'Egitto, di Rafah, zona dichiarata sicura dalle autorità israeliane e dove nel corso dei mesi vengono allestiti campi profughi ed è l'unico accesso degli aiuti umanitari. Il 6 maggio 2024 l'esercito israeliano lancia volantini, (come sotto consultabile dal video pubblicato da Repubblica del’8 maggio) nella parte orientale di Rafah, dando ai palestinesi le istruzioni per un piano di evacuazione garantendo i percorsi per raggiungere una zona umanitaria designata. (Il Dubbio).


https://video.repubblica.it/dossier/video-israele-palestina-attacco-hamas-2023/l-esercito-israelian o-lancia-volantini-su-rafah-evacuate-i-quartieri-orientali-della-citta/468621/469575 ,


Il 7 maggio l’esercito ha lanciato un’operazione per colpire miliziani e infrastrutture di Hamas in alcuni quartieri della parte orientale di Rafah e ha preso il controllo del lato palestinese del valico, chiudendolo e impedendo il passaggio degli aiuti umanitari. Nei giorni successivi ha attaccato più volte la città del sud della Striscia di Gaza, dove nei mesi scorsi si erano ammassati centinaia di migliaia di sfollati. Il 14 maggio più di 450mila persone hanno lasciato Rafah per sfuggire ai bombardamenti israeliani. (Internazionale)

La notte tra il 26 e il 27 maggio 2024 un raid israeliano sulla tendopoli di Rafah provoca una vera e propria catastrofe umanitaria. Secondo le prime stime, almeno ottanta civili, tra cui donne e bambini, sono morti carbonizzati nell'attacco. (Repubblica)


AZIONI IN SOLIDARIETA' AL POPOLO PALESTINESE

A seguito della risposta di Israele all'attacco di Hamas del 7 ottobre, in tutto il mondo sono nati movimenti in solidarietà al popolo palestinese, dall’arte al giornalismo, dalle fondazioni internazionali ai movimenti politici: In Italia, numerosi musicisti, attori, politici, scrittori, giornalisti, cantanti, hanno espresso esplicita solidarietà al popolo palestinese, con lo slogan ormai popolare “Cessate il fuoco ora”.

Nel nostro paese, fin da subito vengono lanciati cortei Pro Palestina, principalmente dal movimento dei Giovani Palestinesi Italiani (GPI), che hanno portato nelle piazze delle principali città del paese quantità di persone che non si vedevano da decenni. Immediata è la repressione da parte del governo italiano, apertamente al fianco dello Stato di Israele, nei confronti dei movimenti e delle prese di posizione, di qualunque tipo, a favore della Palestina e della pace.

Uno degli esempi più eclatanti di censura verso il dissenso da parte del governo italiano è quello della distorsione mediatica della narrazione del conflitto, attraverso la manipolazione delle notizie e concedendo raro spazio a chi ha un pensiero differente da quello “prestabilito” dal governo. Inoltre, nella Striscia di Gaza non possono entrare giornalisti stranieri, gli unici ammessi nel territorio dopo il 7 ottobre sono embedded, al seguito dell’esercito israeliano. (Internazionale).

Un cittadino algerino residente in Italia, che vive a Roma dal 2003, è stato perquisito dalla Digos della questura di Roma perché sospettato di terrorismo. I sospetti della polizia si sono concentrati sull’uomo dopo che questo aveva messo un post pro Palestina sui social . (LaPresse)

A Firenze e a Pisa, a febbraio, durante cortei del tutto pacifici, la polizia carica gli studenti e le studentesse, principalmente minorenni, in piazza per la pace. Ricordiamo inoltre il corteo nazionale del 24 febbraio 2024 che si è svolto in maniera ordinata e pacifica per le strade di Milano, che ha visto un’ampia partecipazione di persone di tutte le età.

Nelle università di tutta Europa si sono mobilitati professori, professoresse, studenti e studentesse in favore della Palestina attraverso la pratica dell’ Acampada studentesca ,un’ occupazione pacifica e parziale dell’edificio, che ha dato spazio a dibattiti e confronti.

Anche negli Stati Uniti, l'occupazione è stata di matrice pacifista.

Lo slogan All eyes on Rafah”, condiviso milioni di volte in pochissimo tempo, non basta. Questa catena di condivisioni ha sicuramente aiutato a mantenere il focus dell’opinione pubblica sul conflitto, ma è fallimentare se è limitato al mero passaparola, dev’essere affiancato e supportato da un’azione concreta e altrettanto popolare.


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